VOLEVO IL SOLE _ I WANTED THE SUNSala dei Gessi
La Galleria Nazionale d’arte moderna e contemporanea di Roma
diciottesima giornata del contemporaneo2022AMACI
digital photo on museum paper, white plaster sculpture
ph_giulianodelgatto
Il lavoro “Volevo il Sole” si ispira alla statua della dea della astronomia Urania, conservata all’interno dei Musei Vaticani. L’artista ne fotografa il gesto misurato, quello di sorreggere con estrema delicatezza la sfera, rappresentazione dei corpi celesti.
In questo modo distogliendo l’attenzione dello spettatore dalla dea e portandola verso l’azione del tenere in equilibrio, l’artista crea un memento su quel agire scientifico dell’uomo verso la Natura.
La sfera che nella storia dell’umanità è rappresentazione del simbolo del potere temporale e/o simbolo del dominio sul mondo, diviene l’istante su cui riflettere.
Il filtro magenta, è usato dall'artista poichè unico colore non appartenente allo spettro visibile, difatti i nostri occhi lo vedono solo perché il nostro cervello che ne inventa la tonalità inesistente.
Di fronte allo scatto, posato sul tavolo della Sala dei Gessi del Museo, una scultura di gesso bianco ne tramuta il gesto divino in mortale, mostrando il braccio della dea staccato, caduto; ad una più attenta osservazione se ne coglie il cambiamento nella stretta gestuale. La mano questa volta afferra, stinge il corpo celeste, forse il Sole, se ne impossessa producendo un cambiamento all’interno degli equilibri prestabiliti. E su questo agire che l’artista pone la sua riflessione nella relazione tra uomo e natura.
18th day of contemporary art_2022_AMACI
The work 'I Wanted the Sun' is inspired by the statue of the goddess of astronomy Urania, preserved in the Vatican Museums. The artist photographs her measured gesture, that of holding the sphere, the representation of the celestial bodies, with extreme delicacy. In this way, by diverting the viewer's attention away from the goddess and towards the action of holding her in balance, the artist creates a memento of man's scientific action towards Nature.
The sphere, which in the history of mankind is the symbol of temporal power and/or the symbol of dominion over the world, becomes the instant on which to reflect. The magenta filter is used by the artist because it is the only colour that does not belong to the visible spectrum, in fact our eyes only see it because our brain invents its non-existent hue.
In front of the shot, placed on the table in the Museum's Plaster Room, a white plaster sculpture transforms the divine gesture into a mortal one, showing the arm of the goddess detached, fallen; upon closer observation, one can see the change in the gestural grip. The hand this time grasps, squeezes the celestial body, perhaps the Sun, takes possession of it, producing a change within the pre-established equilibrium. It is on this action that the artist places his reflection in the relationship between man and nature.
©federicadicarlo.all rights reserved.2023